Qual è il sostantivo più comunemente utilizzato per descrivere un prodotto alimentare?
Qualità.
Sabato mattina mentre mi accingevo a fare la mia scorta settimanale di cibo in un supermercato, mi sono imbattuta in un stand sommerso da caramelle gommose.
Sicuramente stai pensando, ecco vedi anche la dott.ssa predica bene e razzola male, invece a differenza di Homar Simpson, non mi sono fiondata sulle caramelle, fino ad ora 😉 ma il mio sguardo è stato catturato da una scritta che a mio parere è molto accattivante e fuorviante:
- Qualità ed originalità
Due caratteristiche a cui un buon prodotto deve aspirare.
Con il termine di originalità si intende che il prodotto possiede elementi distintivi rispetto alla concorrenza, in modo tale che possa penetrare facilmente il mercato, acquistando un target di consumatori, mentre per qualità implica che il prodotto risponda positivamente a diversi parametri di valutazione.
E’ palese che la dicitura su quel prodotto alimentare abbia acceso in me una lampadina per cui ho deciso di fotografare la scritta, per ovvi motivi non tutto lo stand, in modo tale che potessimo fare delle riflessioni insieme.
Cos’è la qualità e cosa si intende per alimento di qualità?
Secondo la norma UNI ENI ISO 8402 (sigla che indica normativa italiana, in materia di gestione della qualità) è definita come l’insieme delle proprietà e caratteristiche di un prodotto o servizio che conferiscono l’attitudine a soddisfare bisogni espressi o impliciti del consumatore.
Secondo altri la “qualità ” è l’attitudine di un prodotto a soddisfare i bisogni dell’utente o ciò che è raccomandabile per il consumatore.
In entrambi le definizioni il protagonista in assoluto è il consumatore con i suoi bisogni latenti, espressi o raccomandabili.
Allora, da consumatrore, quali sono gli aspetti della qualità che bisogna considerare per stabilire se un prodotto è di buona qualità o meno?
In ambito alimentare in linea generale, non entrando troppo nei dettagli, gli aspetti che devono esser presi in considerazione sono:la qualità igienico-sanitaria, organolettica e quella nutrizionale.
Per qualità igienico-sanitaria si intende l’assenza, accidentale o volontaria, nei cibi, di sostanze pericolose per la salute come elementi tossici, elementi nocivi, o alterazioni avvenute durante il periodo di stoccaggio e conservazione.
In parole povere, la qualità igienico-sanitaria assicura che il prodotto dalla fonte (campo o allevamento ) alla nostra tavola sia salubre e quindi non rechi danni alla nostra salute.
Per garantire ciò, nel corso della filiera produttiva, oltre il rispetto di normative, ogni azienda stila il proprio manuale di corretta prassi igienica, cioè una serie di informazoni ed azioni da attuare per monitorare ciò che sarà il prodotto, garantendo così la qualità igienico-sanitaria.
I caratteri organolettici di un alimento rispecchiano la qualità percebile attraverso uno o più organi di senso, tra i quali il gusto, l’olfatto e la vista, per cui l’aspetto di un alimento, il colore, odore, gusto,aroma, consistenza del prodotto costituiscono la qualità organolettica.
La qualità nutrizionale è il valore nutritivo del prodotto, indica la qualità delle poteine, la qualità dei grassi e l’assimilabilità dei nutrienti, insomma descrive ciò che viene detto valore biologico dell’alimento.
Dando per scontato ed assodato che nel corso della filiera di produzione, sono stati applicati tutti i controlli e le azioni necessarie per garantire la sicurezza del prodotto (qualità igienico sanitaria), come consumatore quali sono gli elementi che mi consentono di scegliere una tipologia di prodotto rispetto ad un altro a parità di prezzo?
- Sono il gusto e il valore nutrizionale.
Mentre il primo, il gusto come dicevano i latini (De gustibus non disputandum est ) è soggettivo, il secondo cioè la qualità nutrizionale è oggettivo.
Quest’ultimo è riportato per norma sull’etichetta del prodotto stesso, fornendo informazioni sul valore energetico, qualità e tipologia di macronutrienti ( proteine, carboidrati e grassi) e micronutrienti (vitamine e sali minerali).
Ricapitolando :
- Un prodotto alimentare è ideato, coltivato, allevato e preparato per soddisfare i bisogni espressi, latenti, e raccomandabili del consumatore.
- Per soddisfare il consumatore si punta alla qualità.
- Nella definizione di qualità alimentare concorrono diversi fattori.
E’ risaputo che scelte alimentari sono dettate dal gusto, per cui si sceglie qualcosa se appaga i sensi, se evoca un’emozione piacevole, ma, siamo in grado di optare a scelte consapevoli che consentano di trovare il connubio tra piacere ( qualità organolettica) e qualità nutrizionale?
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2 Commenti
7 agosto 2013 Dottor Rossi ha scritto:
Articolo molto interessante complimenti !
21 agosto 2013 Isabelle Amato ha scritto:
Grazie per il commento.
Dott.ssa Amato
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